i nostri servizi
Centro di Riabilitazione Diurno (ex art. 26)
Direttore sanitario Dottor Antonino Maglitto
ARMONIZZAZIONE CORPOREA
Il Centro di Riabilitazione ANFFAS ONLUS Catania è un servizio diurno (ex art.26), per la riabilitazione di PCD, convenzionato e accreditato con l’ASP di Catania nel rispetto della normativa vigente.
Il servizio è attivo per 36 ore settimanali:
dal lunedì al sabato dalle 8.50 alle 14.50 la cui sostenibilità finanziaria è totalmente garantita dall’ASP.
I servizi del Centro di Riabilitazione ANFFAS ONLUS Catania per le PCD, vengono forniti in regime di semiresidenzialità per un massimo di n.50 persone.
Essendo la struttura in convenzione con l’ASP le prestazioni erogate sono gratuite per gli utenti.
Si erogano trattamenti riabilitativi intensivi ed estensivi su persone con disabilità intellettiva e/o relazionale per l’acquisizione e il mantenimento di livelli di performances funzionali e sociali.
DIREZIONE GENERALE E RESPONSABILE AMMINISTRATIVO E DEL PERSONALE
Cristina D’Antrassi
EQUIPE
Direttore Sanitario: Dott. Maglitto Antonino
Psicologa: Dott.ssa Scuderi Francesca Maria Rita
Assistente Sociale: Dott.ssa Carli Paola
SERVIZIO INFERMIERISTICO:
Sammoud Chaouki
SERVIZIO INTEGRATO DI RIABILITAZIONE
- Stimolazione psico-relazionale
- Laboratorio creativo
- Psicoriabilitazione
- Espressione corporea
- Laboratorio espressivo di drammatizzazione
- Cineforum
- Attività di interazione e integrazione sociale in contesti esterni
- Armonizzazione corporea con musica e danza
- Stimolazione cognitiva
- Potenziamento area della comunicazione
- Psicomotricità
- Autonomia della persona
- Fisiokinesiterapia
- Potenziamento prassie fino-motorie
- Riabilitazione attraverso l’autodeterminazione
ATTIVITà RIABILITATIVE
L'armonizzazione corporea con musica e danza rappresenta un'esperienza soggettiva, un contesto strutturato in modo che tutti possano raccontare di sé.
L’armonizzazione corporea con musica e danza favorisce le competenze musicali innate che risiedono nel corpo e può avviare un percorso di apprendimento alla musica attraverso il ritmo e l’utilizzo di un piccolo strumentario adatto alle persone coinvolte. È espressione delle proprie energie e desideri visti come possibilità di investimento emotivo ed affettivo del sé.
Psicomotricità
La psicomotricità è una terapia specifica basata sulla relazione tra paziente e terapista
Si realizza attraverso l’interazione corporea in cui si ritrova la dimensione affettiva, cognitiva e motoria del fare, ma, soprattutto, il piacere di fare ed il desiderio di essere nel fare, di essere cioè soggetto di relazione anziché oggetto di cure e manipolazioni. L’importanza delle terapia psicomotoria sta nell’aiutare la persona a ritrovare la propria identità come soggetto dell’esperienza e non più come oggetto delle cure dell’altro. Rapportarsi con il proprio corpo permette di riprendere gradualmente ad interagire più efficacemente con la realtà esterna a partire da un corpo percepito come delimitato da confini che permettono di riconoscersi e di individuare e conoscere l’altro da sé.
Gli obiettivi principali che la psicomotricità si pone spaziano dal facilitare la comunicazione ed il confronto interpersonale al promuovere l’investimento emotivo ed affettivo di sé attraverso la relazione e l’integrazione con l’ambiente.
Il setting in questo caso parte dalla possibilità di interazione della persona con disabilità, considerando la persona nella sua globalità bio-psico-sociale, cercando di attivare il desiderio di agire e di comunicare attraverso la strutturazione di una situazione in cui si dà precedenza al fare, alla espressività corporea e al suo significato, al “sentire” piuttosto che al dire. Non parte dal sintomo ma dalla persona con la sua storia, dalla originalità di ogni singolo individuo, si favorisce così un cambiamento nel modo di percepirsi, sentirsi, riconoscersi e conseguentemente nel modo di rapporttarsi all’altro e alla realtà. Questi interventi mirano a stimolare in maniera globale la persona, nel rispetto dei suoi vissuti, nel dare la possibilità di sperimentare in maniera globale anche l’ambiente che le circonda, nel ricostruire, quanto possibile, la vita di relazione nella continua ricerca di congruenza all’ambiente circostante.
Laboratorio creativo
Il laboratorio creativo nasce come setting per quelle attività tecnico-manuali che si dedicano alla riproduzione di oggetti esteticamente validi, con materiale povero e/o riciclato oppure utilizzando tecniche di decorazione artistiche come il decoupage, il puntinato, il mosaico, la pittura in acrilico su formine di polvere di gesso ecc… Oltre a tutte queste tecniche all’interno del laboratorio si realizzano strumenti utili per il potenziamento di abilità visuo-spaziali e per le esercitazioni di pre-cucito e cucito. La creazione dei prodotti suggerisce la partecipazione attiva all’utilizzo di una tecnica artistica per oggetti innovativi, la stimolazione della creatività, la gestione, o meglio l’autogestione delle dinamiche di gruppo nel raggiungimento di un obiettivo, lo sviluppo delle abilità prassiche di più alto livello in coerenza con le capacità della persona. Gli oggetti realizzati attraverso le varie tecniche esprimono la libertà artistica di ogni singola persona che si applica alla loro creazione. Lavorando insieme si sperimenta lo spostamento dal saper fare propriamente detto allo sviluppo di come si potrebbe fare creativamente. Il laboratorio è un vero e proprio setting di ” gruppo dinamico” nella condivisione di idee, spazi, strumenti ecc…
Espressione corporea
Il linguaggio mimico-gestuale è l’elemento portante. Le attività motorie espressive aiutano a sperimentare il legame esistente tra immagine del corpo, movimento e risposta emozionale. Un maggiore controllo delle varie parti del corpo si traduce in una nozione più precisa della struttura corporea e quindi una migliore immagine del proprio corpo.
Questa conoscenza permette di convogliare e manifestare le emozioni attraverso i movimenti. Attraverso la “ ricerca” dei gesti e non alla loro imitazione si rende possibile a ciascuno di valorizzare la propria espressività, che dipende dal proprio vissuto. Si scopre, inoltre, l’importanza della comunicazione non verbale, che, quasi sempre supporta il significato della parola.
Laboratorio espressivo di drammatizzazione
Si è ritenuto opportuno inserire uno spazio di creazione e di invenzione, laddove stimolando l’immaginazione, si ha la possibilità di nuove soluzioni e di un cambiamento; immaginazione che offre l’opportunità di recepire ed esprimere il reale in forme diverse: un laboratorio teatrale
Il Pozzo di Gammazita “ Farsa Commedia liberamente ispirata alla leggenda di Gammazita. Auditorium Istituto Comprensivo “ Recupero”
Catania. 2 Dicembre 2012
Sperimentazioni di diverse Tecniche Espressive
Importante è stata la ricerca di uno stile di conduzione che assicurasse il decondizionamento di quegli atteggiamenti di difesa presenti e la libera espressività della persona rivolta alla capacità di comunicare l’immaginazione attraverso l’azione e la mutazione dei ruoli.
All’interno del setting tra tecnici ed utenti si avverte l’instaurarsi di relazioni intuitive, fisiche ed emozionali; una sorta di spazio privilegiato nel quale si assiste ad una continua alternanza estremamente creativa.
Importantissimo l’incontro con i veri attori, con chi del teatro fa la propria professione.
L’interpretazione dell’altro da sé e non la semplice rappresentazione di sé stesso.
Assistere alle rappresentazioni teatrali stimola significativamente le persone con disabilità intellettiva e relazionale rendendo possibile una attivazione multisensoriale.
Esplorazione sonora
Attraverso la libera esplorazione di rumori, ritmi, vocalizzazioni e movimento si pone come obiettivo quello di far prendere coscienza del proprio ritmo corporeo, migliorare la propriocezione corporea globale e l’immagine di sé, prendere coscienza del concetto di durata quindi stimolare al rispetto per il tempo e lo spazio degli altri, migliorare l’ascolto di sé e dell’altro, rinforzare le dinamiche di gruppo, migliorare la comunicazione verbale e non verbale.
Fisiokinesiterapia
Uno degli aspetti più affascinanti del mondo della riabilitazione sono le sue molteplici sfumature, tante quanti sono i volti della salute di un individuo. Uno di questi è certamente quello motorio, di cui si occupa la fisioterapia. L’importanza di prendersene cura sta nella sua stretta dipendenza con l’autonomia individuale e, di conseguenza, con il benessere di tipo psicologico e sociale. In ciò risiede il comune obiettivo ultimo dei singoli programmi terapeutici assistenziali, poi individualmente personalizzati e rapportati alla sfera personale.
Stilare dei micro-obiettivi rappresenta il tracciato da intraprendere, ed essi vengono fatti su misura, prendendo consapevolezza di quelli che sono i limiti, ma soprattutto le potenzialità di ciascuno da accrescere.La seduta fisioterapica è organizzata in modo tale che a ciascuno possa essere riservato un adeguato tempo giornaliero e la giusta attenzione e partecipazione da parte dell’operatore, preferendo così il rapporto 1:1. Questo, però, non esula dall’alternare a tale modalità anche quella più interattiva, coinvolgendo, quando richiesto dalle attività, il coinvolgimento e la motivazione dei compagni.
Gli obiettivi a breve, medio e lungo termine, come già detto, sono strettamente personali.
Questo vuol dire che l’indipendenza individuale possa richiedere, come prerequisito al suo raggiungimento, il superamento di disfunzioni fisiche, strettamente connesse con le patologie presenti. Ecco che rigidità e spasticità, debolezza muscolare, problemi di equilibrio, asimmetrie o alterazioni scheletriche, disprassie motorie e tanto altro, fanno sì che l’approccio da parte dell’operatore sia volto alla risoluzione di problematiche ortopediche e neurologiche. Si tiene in conto, d’altronde, del grado di partecipazione che l’assistito può offrire nell’incontro terapeutico, portando così all’alternanza di mobilizzazioni ed esercitazioni passive, oppure attive e assistite.
La stessa dotazione di un ausilio, che siano bastoni canadesi, carrozzina o altro, richiede una particolare attenzione in termini di corretto assetto posturale, cosa che rappresenta il punto di partenza per tutti gli altri obiettivi. Si cerca, quindi, di correggere, specie in fase di sviluppo, le asimmetrie e soprattutto la consapevolezza delle proprie simmetrie. È importante, inoltre, sottolineare che il grado di autonomia individuale è strettamente interconnesso con quello di dipendenza dal caregiver o familiare che sia.